L’Agenzia delle Entrate chiarisce che è possibile beneficiare dell’agevolazione fiscale anche svolgendo più attività contemporaneamente al rientro, ma solo per i nuovi rapporti di lavoro e non per quelli in continuità.
Parla con un esperto
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito un aspetto importante del nuovo regime per i lavoratori impatriati con la risposta n. 263/2025. La novità riguarda la possibilità di applicare l’agevolazione fiscale anche quando si svolgono più attività contemporaneamente al rientro in Italia, purché si rispettino specifiche condizioni legate al periodo di residenza all’estero e alla continuità lavorativa con il precedente datore di lavoro.
Il contribuente, cittadino italiano, ha posto una domanda molto specifica all’Agenzia delle Entrate attraverso l’interpello n. 263/2025. La sua situazione è articolata:
La domanda cruciale era: può applicare il nuovo regime agevolativo per i lavoratori impatriati al reddito del nuovo lavoro dipendente, nonostante continuerà la collaborazione universitaria iniziata quando era ancora residente in Italia?
Il regime agevolativo, disciplinato dall’articolo 5 del decreto legislativo n. 209/2023, prevede una tassazione ridotta al 50% sui redditi fino a 600.000 euro annui per chi trasferisce la residenza fiscale in Italia. I requisiti principali sono:
La normativa prevede periodi minimi diversi di permanenza all’estero a seconda della situazione lavorativa:
L’Agenzia ha fornito una risposta sostanzialmente positiva, ma con importanti distinzioni:
Il contribuente potrà fruire del nuovo regime agevolativo per il reddito derivante dal lavoro dipendente presso la nuova società, avendo rispettato il requisito minimo dei tre periodi d’imposta di residenza all’estero.
L’agevolazione non si applicherà al reddito derivante dalla collaborazione con l’Università, perché:
Per questa attività sarebbe necessario il requisito dei sette periodi d’imposta all’estero, non soddisfatto nel caso specifico.
Questa interpretazione dell’Agenzia chiarisce alcuni aspetti fondamentali:
L’Agenzia precisa che restano esclusi dall’interpello:
Questi elementi dovranno essere verificati in sede di controllo dall’Amministrazione finanziaria.
La risposta rappresenta un importante chiarimento per tutti quei professionisti che intendono rientrare in Italia mantenendo alcuni rapporti di collaborazione già in essere, fornendo certezza applicativa su un regime che si sta rivelando sempre più strategico per l’attrazione di talenti qualificati.
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